Domenica, giorno prima dell’intervento.
Colloquio con l’assistente dell’anestetista.
Mi aspetta in reparto, ma io non sapendolo, poiché non ti avvisano prima, ero scesa e stavo in giro.
Mica posso passare tutto il giorno in camera con la vecchia!
Prima caffè al bar e poi lettura su una delle panchine del giardino, che pace!
Chissà da quanto mi aspettava, ma è stata gentilissima lo stesso.
E’ bene approfittare delle prime ore del mattino, per scendere in giardino, quando l’aria è ancora fresca, poi fa un caldo atroce, come ho già detto la manutenzione costa un botto, ma ci sono pochi alberi.
Si può assistere al tenero spettacolo dei passerotti che si avvicinano ai pazienti senza paura, sapendo che riceveranno mollichine di pane.
Infatti anche stamane c’è un signore anziano solo soletto che li nutre, una specie di pet terapy spontanea.
A me le persone anziane sole sulle panchine dei giardinetti fanno sempre molta tenerezza, figuriamoci in ospedale.
M’è scesa la lacrimuccia.
Ma magari era solo perché non era orario di visita, lo spero per lui.
Ho scoperto che ci sono i passerotti che mangiano direttamente le briciole da terra e quelli che si fanno nutrire becco a becco.
Questi ultimi (rari) sbattono velocemente le alucce, rimanendo vicini al passerotto che li imbocca, che presumo sia la mamma, anche se la dimensione è la stessa, non sembrano cuccioli.
Saranno passerotti pigri? O magari sono passerotti bamboccioni?
La sera doccia e capelli, che poi per qualche giorno con i punti sarà tutto più complicato.
La doccia è quasi meglio di quella di casa mia, manda un bel getto d’acqua a temperatura che stabilisci prima con un termostato.
A casa talvolta per pigrizia, non mi va di svitare la cipolla per eliminare il calcare, alla fine mi decido quando rimane un unico buchino che spruzza l’acqua in orizzontale verso l’esterno della cabina, situazione che rende l’operazione lavaggio leggermente difficoltosa.
Per non parlare del fatto che poi devi asciugare il pavimento del bagno.
Ci sono faccende domestiche che mi urtano profondamente.
Chiedetemi di sistemare un armadio e lo faccio volentieri, mi rilassa, ma pulire la cipolla della doccia, che palle!
Ultimamente ho pensato di aver sbagliato mestiere, in realtà il dubbio m’è balenato spesso durante tutta la mia esistenza lavorativa sempre precaria.
Secondo me sarei perfetta come messaapostista in un negozio di abbigliamento.
Il mio reparto sarebbe sempre ordinatissimo!
Ma vorrei avere a che fare solo con gli abiti, non con i clienti.
Se qualcuno ricco e pigro mi volesse assumere per ordinare il suo guardaroba, sarei disponibile.
Segue…