…
Finalmente è il giorno dell’intervento, sono la prima. Guarda caso ho indossato il camice verde al contrario, mi faccio sempre riconoscere! Niente sotto, nuda nuda, e niente metallo, ricordate dunque, se li indossate, di togliere orecchini e pearcing.
Mi sono regolata con il tempo impiegato dall’ultimo paziente per la stessa operazione, più o meno si sta “giù” 4 ore.
Avvisate dunque chi vi attende nel reparto di non preoccuparsi, occorre molto tempo.
In realtà l’intervento dura molto meno, non so, forse un po’ più della metà.
Prima si sta nella “sala di attesa” per parlare con l’anestesista, che vi spiega cosa vi accadrà, e poi alla fine, dopo l’intervento, nella “sala risveglio”.
Il chirurgo l’ho visto solo di sfuggita da lontano, già dormivo quando si è avvicinato e quando ero sveglia probabilmente era già impegnato con il paziente successivo.
L’anestesia (generale) è fantastica, non vi accorgete di nulla e non si sente alcun dolore.
Gira la testa e dopo pochi secondi si cade nell’oblio.
Ci si risveglia già “stubati”, con tanto tanto sonno, ma ti costringono a rimanere sveglio, una fatica!
Ora capisco la tortuna del sonno nel film “Le vite degli altri”, film tra l’altro meraviglioso, che consiglio vivamente.
Il brutto arriva dopo un po’ che ti hanno riportato in camera, cominciano i fastidi, il vomiticchio, dovuto soprattutto all’intubazione precedente (ma io ho resistito e non ho ceduto), il mal di testa, insomma un malessere generale, dovuto anche ai tubicini che entrano ed escono dal corpo: flebo e drenaggio dalla ferita.
La cosa peggiore per me è stata rimanere a letto supina, semiseduta, senza potermi girare, soprattutto la notte.
E soprattutto con la luce accesa, mannaggia alla vecchia!
Prima ho provato a mettermi gli occhiali da sole, poi un lenzuolo ripiegato sulla testa tipo visiera, immagini surreali!
Ho capito che per me sono necessità primarie per dormire il buio e la posizione laterale.
La mattina dopo si sta subito molto meglio.
Innanzi tutto tolgono la flebo, me ne hanno fatte cinque ed ogni due ore ero costretta a chiamare un infermiere per la pipì, non potendomi alzare, imbarazzante, ma necessario.
Poi la colazione e poi finalmente ci si può alzare.
Meraviglioso poggiare i piedi per terra ed andare autonomamente in bagno.
Basta poco per apprezzare ciò che normalmente ci appare ovvio.
All’inizio la deglutizione è difficoltosa ed un pochino dolorosa, non tanto per l’operazione in sé, ma sempre per l’intubazione.
Non so se sia l’anestesia a rendere sfacciati, ma quando uno degli infermieri, guarda caso uno dei più carini, è entrato in camera subito dopo che io ero risalita e ha dato un bacetto alla vecchia, senza pensarci ho esclamato: “Beh, che ingiustizia è? Solo a lei?”
E lui “un bacetto non si nega a nessuno” e me l’ha dato sulla fronte.
Poraccio, sarò stata uno straccio, orrenda, ma spero sempre meglio della vecchia!
Segue…
È l’anestesia! !!! È successo anche a me mentre mi preparavano all’intervento di essere molto ma molto sfacciata con l’anestesista bello!!!
Ecco mi pareva strano infatti.
Secondo me è anche perché l’ospedale (inteso come la salute) ridimensiona tutto il resto.
Dovremmo imparare ad applicare la stessa filosofia, tipo “cosa ho da perdere?”, sempre 😉