Io non amo andare dalla parrucchiera, non capisco chi ci va tutte le settimane anche solo per la messa in piega.
La mia attuale mi vede solo per il taglio e per la tinta, quindi circa una volta al mese, perché io con la ricrescita, oggi come oggi, manco sul lettino dell’obitorio.
Non mi posso certo più permettere la ricrescita di sei mesi dei colpi di sole, come quando ero pischella.
Ho rivisto le foto dell’epoca e ho scoperto che praticamente lo shatush, di cui avevo già parlato qui, l’ho inventato io negli anni ’80.
Belen scanzEte!
E dopo una vita di capelli lunghi, anzi lunghissimi, ho tagliato tutto perché belli erano ancora belli, i capelli, ma l’effetto cominciava ad essere “dietro liceo, davanti museo”.
Ed in effetti il capello corto ringiovanisce, certo non il corto tipo aiuola, asciugato con i rolli ed il casco (esiste ancora il casco? Boh!), ma un carrè più o meno asimmetrico e scalato.
Insomma frequento poco il coiffeur e non solo per motivi economici, ma proprio perché mi urta che mi tocchino i capelli.
Quando vado però mi diverto sempre, primo, ad aggiornarmi sulle riviste di gossip, altrimenti per me Clooney starebbe ancora insieme alla Canalis e non si può vivere in una simile ignoranza e, secondo, soprattutto ad ascoltare i dialoghi delle tre ragazze che ci lavorano.
L’ultima volta che parlavano delle nuove tendenze moda, una delle tre ha affermato: “lo shatush è superato, mo va di moda la patacca”.
Ho cominciato a ridere pensando alla canzone di Checco Zalone “uomini sessuali…quanta gente che vi attacca, solo perché non vi piace la patacca”.
Lei ovviamente si riferiva all’altro significato della parola, ovvero “macchia”.
Com’è questa patacca in testa però non l’avevo capito.
Ho dovuto chiedere delucidazioni ad un hairstylist, che ha dedotto fosse l’equivalente dello “splashlight“.
L’effetto è quello di un fascio di luce che colpisce parte della chioma, l’idea viene da New York e precisamente dall’esperta in colorazione Aura Friedman.
Può essere tono su tono, molto naturale, oppure più appariscente, ad esempio biondo su castano (come nella foto by “Redken”) o addirittura audace, tipo rosa, blu o verde.
Mi raccomando, soprattutto alle tardone, un conto è, che ne so, Jessica Alba, un conto siamo noi comune mortali. C’è anche da dire che, credo, sia una lavorazione piuttosto complessa, dunque eviterei decisamente il “fai da te”, onde scongiurare l’effetto varechina.
Personalmente eviterò del tutto, io la patacca preferisco averla solo da un’altra parte.
Corro a impataccarmi…No, forse è meglio di no. Sui capelli, lascerei la parola a Verdone:
V’arisurta?
“…sii semo LAVATI!” ciao Carolina 😉