All’Ufficio Postale

Vi racconto la mia (dis)avventura di qualche giorno fa all’Ufficio Postale.
Partiamo dal presupposto che in tutte le zone che abitualmente frequento è diventato praticamente impossibile comprare un francobollo in tabaccheria.
Va bene che ormai si usano prevalentamente le tecnologie come il fax o la mail, ma può capitare di dover spedire una lettera alla vecchia maniera.
Sappiate che, in questo caso, vi dovete necessariamente recare alla Posta.
Abituata ad armarmi di santa pazienza per risolvere le rogne che mi si presentano, così faccio.
Uno degli Uffici medio-piccoli, non la Posta centrale di Piramide, per capirci, perché mi è di strada per andare a lavorare.
C’è parecchia gente in attesa, tipo una quarantina di persone, settant’anni di media di età.
Diligentemente prendo il mio numeretto P (spedizioni) e noto di avere solo una decina di numeri davanti a me, non mi sembrano troppi, dunque decido di aspettare.
Dopo circa un’ora (!) l’addetta allo sportello ha servito cinque clienti, che significa una media di dodici minuti a persona.
Mi sembra un po’ lenta, metti pure si tratti di raccomandate, quanto ci vorrà mai?
Due o tre minuti al massimo presumo.
Calma, non facciamo come quelli che si lamentano sempre e subito.
Nel frattempo mi accorgo che in sala la gente è molto spazientita ed io non capisco ancora bene il perché; un signore, ovviamente anziano, inneggia alla “Bonanima”, un’altra signora gli risponde “Stamo nel 2014 e ancora ce stanno i fascisti, ahò ma nun morite mai?”
Sono sincera, mi scappa una risatina.
Nel frattempo tocca quasi a me, quando all’improvvio… l’incubo, l’orrore, l’apocalisse!
L’unico sportello dedicato alle spedizioni come per magia scompare o, per meglio dire, si trasforma nello sportello C pagamento bollettini.
Comiciano a chiamare C 85 C 86… “Cci tua”, penso io!
Chiedo spiegazioni, comincio ad alterarmi, ma gli impiegati mi guardano come se fossi l’ennesima matta rompiscatole.
Non capisco, chiedo di parlare con il direttore, sbuca una tipa che mi apostrofa “Che vuole lei? Quello sportello si occupa sia dei numeri P che di quelli C e allora?”
Tento di spiegare che non mi sembra giusto aspettare inutilmente tutto quel tempo per avere un francobollo, che sarebbe giusto prima terminare i biglietti P e poi eventualmente cambiare.
E poi quanto tempo dura questo cambiamento? Quanti numeri C dovranno passarmi avanti?
Ma la direttrice nel frattempo se n’è già andata, sto parlando a vuoto, come una matta appunto.
Penso non ci voglia una laurea in ingegneria per capire che c’è qualcosa che non va in questo sistema.
Al supermercato, ad esempio, c’è l’omino del pane e l’omino degli affettati.
Se non c’è nessun cliente al pane, l’omino del pane si trasferisce momentaneamente come supporto al reparto affettati, ma torna alla sua postazione non appena si renda necessario.
E’ forse difficile capire questo concetto per un direttore di un ufficio postale?
Mi spiegheranno poi che il sistema è automatizzato.
Allora mi domando, chi è la cima di intelligenza che ha concepito un obbrobrio simile?
Chi è il consulente informatico che è stato pagato, ci scommetterei profumatamente, per inventarsi un tale meccanisco satanico?
E con quale criterio funziona esattamente?
Forse a prescindere dalla sigla del numeretto (A, P, C, E) saranno serviti in precedenza tutti i clienti che sono entrati prima di te, come ci fosse un’unica fila?
Allora in questo caso a che serve la sigla diversa?
Non sarebbe appunto più chiara una fila unica, così da sapere esttamente quanta gente hai davanti ed eventualmente per ingannare l’attesa uscire per una passeggiata?
Sembrerebbe di no, che non sia questo il criterio.
Troppo semplice, deve essere qualcosa di più cervellotico, tipo radici quadrate, numeri cuccioli e tavolinetti di Lorenzo-Guzzantiana memoria.
Mah!
Bei tempi quando c’era uno sportello per le spedizioni, tre-quattro per i conti correnti, uno per le pensioni, eccetera.
Perché il nervoso, secondo me, non ti prende tanto per l’attesa, ma per l’incertezza.
E adesso si spiega anche la causa per cui non si trovano più i francobolli dai tabaccai; mi riferiscono un paio di questi ultimi, ai quali per curiosità ho domandato, che debbono sottostare alla stessa trafila e si rifiutano.
Complimentoni alle Poste Italiane per questa brillante novità organizzativa!

Per dovere di cronaca, riferisco che il giorno dopo mia madre è andata alle otto di mattina all’Uffico Postale grande dell’Eur ed ha impiegato solo dieci minuti per spedire questa benedetta lettera. Allora sono io! Sob! 😦

 

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5 risposte a All’Ufficio Postale

  1. Orazio ha detto:

    Gli uffici postali (e i direttori) non sono tutti uguali, così come gli impiegati. Tanto per iniziare, indipendentemente dalla coda, le procedure spesso sono così assurde e laboriose che gli impiegati non hanno possibilità di velocizzare; non è così per le raccomandate che, anche dovendole compilare, richiedono al max 3/4 minuti.
    Detto questo il sistema automatizzato è personalizzabile ed è possibile dedicare uno sportello ad ogni lettera (P per i pacchi, E per i correntisti e così via), dando a questa la priorità su tutte le altre, che eventualmente verranno servite se non ci sono utenti prioritari in coda. Purtroppo non tutti gli uffici hanno questa personalizzazione ed è il direttore che deve richiederla al programmatore…
    Chiudo con la mia piccola sventura per le raccomandata di ieri: dopo 40 minuti di coda senza numerino, perché nei piccoli uffici non c’è) mi trovo il prezzo aumentato del 20%! Ma nessuno ha detto alle Poste che l’inflazione è al 2%?

    • FattiFurbetta ha detto:

      La direttrice di quell’Ufficio Postale manco si alliscia la frangetta, figuriamoci se contatta il programmatore 😀
      Ciao Orazio, grazie del contributo 😉

    • rufus ha detto:

      Orazio se potessi evitare di andare in posta pagando un quid in più, ma facendoci andare qualcun’altro lo useresti il servizio?

  2. rufus ha detto:

    L’ha ribloggato su rrolfi.

  3. rufus ha detto:

    E se tutto questo la potessi far fare a qualcun’altro con una piccola spesa extra rispetto al costo della raccomandata??? lo faresti?

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